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AMMINISTRAZIONE
26/04/2007

Il decentramento della gestione del catasto

A cura di ARTURO BIANCO (Fonte: www.comune.roma.it)

Entro il mese di maggio dovrebbero vedere la luce il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri e la bozza di Accordo tra Anci ed Agenzia del Territorio: in tal modo entrerà nella concreta fase di attuazione il processo di decentramento ai comuni di importanti funzioni in materia di gestione del catasto. Verrà cioè data attuazione alla indicazione contenuta nella legge finanziaria 2007, in base alla quale dal prossimo 1 novembre i comuni saranno chiamati a svolgere un ruolo centrale nella gestione della anagrafe degli immobili. Alla realizzazione concreta del processo di decentramento sta attivamente lavorando dallo scorso autunno una specifica cabina di regia presieduta dal sottosegretario al Ministero dell'economia Alfiero Grandi ed alla quale partecipano i rappresentanti dell'Anci e della Agenzia del Territorio.

Dopo l'adozione dei provvedimenti attuativi le singole amministrazioni comunali dovranno esercitare le opzioni organizzative previste ed avviare, di conseguenza, operativamente la gestione. Esse avranno tre mesi di tempo, cioè entro la fine di agosto, se i provvedimenti saranno effettivamente emanati nel mese di maggio, per decidere quali attività intendono svolgere. Siamo dinanzi ad una sfida di grande rilievo, visto che ai comuni viene attribuito un compito del tutto inedito e di grande importanza: essi dovranno dimostrare di essere in grado di saperlo svolgere al meglio. I comuni saranno quindi chiamati a dare concreta attuazione alle proprie scelte, individuando le modalità gestionali e definendo le correlate scelte organizzative.

Il decentramento della gestione del catasto si inserisce nell'ambito di un processo di trasformazione radicale che investe questo settore. Si deve ricordare che attualmente pende all'esame del Parlamento una proposta di legge per la revisione dei meccanismi di assegnazione dei valori agli immobili. E che sono in fase di concreta sperimentazione i meccanismi per attuare la previsione legislativa del modello unico delle comunicazioni edilizie, cioè perché la stessa comunicazione, e di conseguenza le stesse informazioni, siano in possesso degli uffici comunali e di quelli dell'Agenzia del Territorio per tutti i nuovi immobili e per tutti gli interventi edilizi. Ricordiamo anche che la legge finanziaria 2007 ha disposto che vi sia un attivo scambio delle informazioni disponibili in tema di immobili tra le banche dati dei comuni, della Agenzia del Territorio e della Agenzia delle Entrate. Ed ancora che, almeno per una parte, queste informazioni siano attivate tramite le informazioni che dovranno essere comunicate dai cittadini in sede di dichiarazione dei redditi.

LA LEGGE FINANZIARIA

La legge finanziaria 2007 ha previsto, dando una risposta positiva ad una lunga battaglia dell'Anci, che dal prossimo 1 novembre i comuni cominceranno a svolgere importanti funzioni nella gestione del catasto, funzione che è stata ad essi assegnata già dal DLgs n. 112/1998, ma la cui concreta attuazione è stata fin qui rinviata, soprattutto a seguito delle resistenze del personale dell'Agenzia e della proprietà immobiliare.

La stessa disposizione ha dettato alcune limitate correzioni alla individuazione delle competenze assegnate ai comuni. Non si tratta di nulla di particolare rilievo: le più importanti disposizioni chiariscono che la banca dati continuerà ad essere unitaria e nazionale, e pertanto che essa continuerà ad essere gestita direttamente dalla Agenzia del Territorio, che svolgerà anche compiti di controllo di qualità delle informazioni e dei processi di aggiornamento. La norma circoscrive l'ambito delle attività dei comuni nel classamento e la loro partecipazione al processo di revisione degli estimi nell'ambito del sistema unitario.

Essa sancisce l'obbligo di esercizio in forma diretta o associata, anche tramite le comunità montane e divieto di affidamento della gestione a società pubbliche, miste o private. Per l'attuazione del processo di decentramento della gestione si prevedono la emanazione di uno specifico Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri e di un Accordo tra Anci ed Agenzia del Territorio.

I PROVVEDIMENTI ATTUATIVI

Lo schema di Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri stabilisce che i comuni possano decidere tra la mera prosecuzione dello status quo, con la prosecuzione della gestione da parte dell'Agenzia del Territorio, e lo svolgimento della nuova funzione, sulla base di una specifica convenzione. In questo caso potranno optare per una delle tre scelte previste direttamente dal DPCM.

La prima opzione è quella più modesta, visto che sostanzialmente i comuni continuano a svolgere le funzioni che molti enti locali già esercitano come sportello decentrato, dando ai cittadini ed ai professionisti il vantaggio di rendere possibili direttamente presso il municipio la effettuazione delle più frequenti operazioni catastali.

La seconda opzione può essere definita come intermedia; è modellata sui compiti che sono stati assegnati ai comuni dalla legislazione degli ultimi anni e che molti enti hanno cominciato a svolgere a livello sperimentale. In buona sostanza si stabilisce che, oltre ai compiti previsti dalla prima opzione, gli enti verifichino gli aggiornamenti delle banche dati, confrontandoli con i dati che sono in possesso delle amministrazioni locali.

La terza opzione consegna ai comuni i compiti di maggiore rilievo. Si prevede che i municipi svolgano, oltre ai compiti contenuti nella prima opzione, le funzioni di verifica delle dichiarazioni catastali anche in rapporto ai propri dati e che definiscano l'aggiornamento della banca dati catastale, svolgendo cioè il compito di elemento centrale di propulsione.

L'altro elemento di maggiore rilievo contenuto nel DPCM e che ha un carattere assolutamente innovativo rispetto alle disposizioni legislative è quello di offre ai comuni un importante strumento di flessibilità: essi possono entro la fine del mese di maggio del 2008 scegliere di ampliare le proprie attribuzioni ed in tal caso la loro scelta diventa operativa dal novembre dello stesso anno.

Il DPCM detta un insieme di specifiche disposizioni per garantire che gli standard delle prestazioni rese ai cittadini non siano inferiori a quelle attuali, prevedendo la possibilità di interventi sostitutivi in caso di inefficienza dichiarata. Esso individua infine, a livello nazionale, le risorse che devono essere trasferite ai comuni per l'esercizio della nuova funzione e le unità di personale dell'Agenzia del Territorio da utilizzare. Ricordiamo che tali dipendenti, sulla base delle previsioni della legge finanziaria, continueranno ad avere il proprio rapporto di lavoro subordinato con la Agenzia e che saranno utilizzati in distacco da parte dei comuni.

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